- Come vengono sistemati i prodotti sugli scaffali dei supermercati?
- Cos’è il marketing? E’ l’analisi dell’interazione tra i clienti ed i prodotti (o servizi) di un’azienda.
- Ogni interazione sociale è marketing
- Come fanno marketing i supermercati
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Come vengono sistemati i prodotti sugli scaffali dei supermercati?
Cos’è il marketing? E’ l’analisi dell’interazione tra i clienti ed i prodotti (o servizi) di un’azienda.
Semplicemente uno studio della ‘reazione’ da parte del cliente di fronte ad un prodotto o un servizio. Naturalmente, i dati ottenuti da queste ‘ricerche’ devono essere elaborati da persone qualificate per far sì che il cliente (o potenziale cliente) sia ‘stimolato’ ad eseguire l’acquisto. Questi ‘stimoli’ rappresentano il risultato di un attento studio di marketing.
Possiamo percepire già da queste poche righe che, in realtà, un’azienda non può mai esimersi dal migliorare costantemente le proprie azioni di marketing. Il marketing dovrà ‘seguire’ le mode, i ‘trend’ del momento, adeguarle al proprio cliente tipo e trascinarsi dietro l’azienda.
In realtà ogni volta che interagiamo con un altra persona stiamo eseguendo un’azione di marketing: stiamo cercando di mettere in collegamento la persona che abbiamo di fronte con noi stessi, o con quello che vogliamo mostrare di noi. Possiamo definire questo collegamento come ‘marketing inconsapevole’: ci viene spontaneo, non dobbiamo stare lì a ‘pensare di fare in tal modo’… lo facciamo e basta. Quest’atteggiamento lo ritroviamo anche, soprattutto, nell’utilizzo dei social network.
Come fanno marketing i supermercati
Un esempio semplicissimo di come qualcuno cerchi di ‘manovrare’ la nostra attenzione verso un obbiettivo specifico è rappresentato dalla sistemazione dei prodotti sugli scaffali dei supermercati. I prodotti che il supermercato vuole vendere di più vengono posti sugli scaffali all’altezza dei nostri occhi: questi non sono i prodotti più economici o migliori per noi, ma rappresentano i prodotti che il gestore del supermercato ha ‘urgenza’ di vendere (i motivi di questa urgenza possono essere molteplici: acquisti e giacenza in grande quantità, per esempio…).
Posizionati proprio all’altezza dei nostri occhi, questi prodotti sono i primi che noi vediamo appena giunti al reparto e, molto probabilmente, sono quelli che compreremo. Ovviamente, per quanto riguarda i giocattoli, questi vengono sistemati sempre a ‘portata d’occhio’… ma all’altezza dei bambini!
Lo Shelf Marketing, letteralmente ‘marketing dello scaffale’, è una vera e propria arte: la ‘conquista’ della parte dello scaffale all’altezza degli occhi del cliente è molto ambito dalle aziende, anche se, solitamente, la grande distribuzione inserisce nella migliore posizione i prodotti venduti con il proprio marchio: ma nei grandi scaffali c’è posto per tutti! Così le aziende produttrici si ‘giocano’ l’ambita posizione a colpi di sconti, di pubblicità sui vari canali e su prezzi all’ingrosso concorrenziali.
Tutto ciò, ovviamente, avviene in ogni reparto del supermarket. Ma non è tutto! Vi siete mai chiesti, ad esempio, perchè il reparto dell’acqua o quello del pane sono posizionati negli angoli più remoti del punto vendita? Il motivo è che questi prodotti sono in assoluto quelli di cui non possiamo fare a meno, quelli che acquistiamo sempre, ogni volta che mettiamo piede in un supermarket quindi, posizionandoli in punti lontani dall’entrata, siamo costretti a passare tra decine di altri scaffali e passando… riempiamo i carrelli di prodotti che non avevamo idea di voler acquistare!
Ultima cosa, ma non meno importante: avete notato che i carrelli sono sempre più grandi? Anche questa è una ‘mossa’ di marketing: un carrello grande, pur inserendo molti prodotti, ci sembrerà sempre mezzo vuoto, così avremo la percezione che quanto stiamo acquistando non vada a prosciugare la nostra carta di credito… è al momento di pagare che ci renderemo conto di quante cose inutili o non previste abbiamo acquistato!
In definitiva, dobbiamo memorizzare questo semplice concetto: tutto è marketing e noi siamo i primi utilizzatori di questa ‘disciplina’ però, quasi sempre, non sappiamo riconoscerla.
Ad Maiora!
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