Quando finirà la crisi per il coronavirus? Mai…

Quando finirà la crisi? Mai…

Chi aspetta la fine di una crisi economica per ricominciare ‘come prima’ perde l’occasione per un importante evoluzione.

Premessa: sono una persona concreta, pratica, non sono un fatalista, non credo nella fortuna/sfortuna e sono ‘sul campo’ da 32 anni. Detto questo, iniziamo…

In questo periodo di emergenza coronavirus molte attività commerciali e di servizi sono tentate, pur di limitare le spese, di diminuire il budget dedicato al marketing: può sembrare, in un momento delicato dal punto di vista economico, una scelta obbligata e di buon senso. No, non lo è.

In periodo di crisi economica, a prescindere dalle motivazioni che ne hanno causato l’innesco, la ‘domanda’ di beni o servizi da parte dei consumatori diminuisce: è una condizione che si viene a creare a causa del calo di fiducia nei mercati o, più semplicemente, per una restrizione del budget di spesa delle persone. Una condizione normale, quindi.

In realtà, in pratica, succede questo: il consumatore ha comunque bisogno di determinati prodotti e/o servizi, non può farne a meno (non parlo solo di beni di prima necessità ma anche di viaggi, di vacanze, di una serata con gli amici…) e per ovviare a questa condizione accede a Google dal proprio smartphone e cerca quello di cui ha bisogno alle migliori condizioni. Bene.

Cosa succede se un’attività ha ridotto o, addirittura, annullato il budget dedicato alla propria presenza online?

Beh, in questo caso il consumatore/ricercatore troverà le proposte della concorrenza! Concorrenza che in periodo di crisi economica ha concentrato i propri ‘sforzi’ economici sulla propria presenza online: perchè in periodo di crisi è obbligatorio (non solo consigliabile) per qualsiasi attività NON ridurre ma, anzi, aumentare lo sforzo per migliorare la propria presenza online.

Un esempio pratico.

In un quartiere di Roma, dove operano dieci attività che si occupano di estetica, cura della persona e parrucchiere, due di queste hanno investito in attrezzature/barriere in plexiglass per prevenire eventuali contagi da coronavirus e, quindi, assicurare sia i propri clienti sia gli operatori stessi. Queste due attività lungimiranti, oltre all’acquisto e all’installazione delle barriere in plexiglass, all’uso di mascherine, di guanti e di litri e litri di disinfettante, stanno investendo alcune centinaia di euro per migliorare la propria presenza online spiegando le nuove condizioni di sicurezza dei locali e pubblicando foto. Le altre otto attività concorrenti hanno deciso di limitare le spese giustificando la loro scelta con la frase ‘tanto presto tutto tornerà normale, la crisi finirà’.

Bene. Un cliente di quel quartiere di Roma ha bisogno dei servizi erogati da una di queste attività: dopo una breve ricerca su internet, scopre che il suo parrucchiere di fiducia è sempre lì, sempre bravo ma… nota che un’altro parrucchiere si è dato da fare per garantire, oltre ad un taglio ed una messa in piega impeccabili, anche una buona sicurezza per evitare eventuali contagi da coronavirus durante le operazioni di ‘restauro’: secondo te, a chi si rivolgerà il cliente? L’investimento dei due coraggiosi parrucchieri si trasformerà in un nuovo ‘pacchetto clienti’.

‘Tanto presto tutto tornerà normale, la crisi finirà’.

La cosa peggiore che un commerciante o un erogatore di servizi può fare è quella di ‘aspettare la fine della crisi’: questo non avverrà mai! Le crisi economiche iniziano, certo, ma durante il loro corso portano trasformazioni, adattamenti e nulla tornerà come prima. Chi non comprende questo meccanismo è fuori dai giochi: ripeto, la crisi ha un inizio, uno svolgimento che richiede obbligatoriamente un adattamento e… basta! Non esiste ‘la fine della crisi’, è soltanto un modo di dire! Ricordiamolo…

 

P:S: un altro piccolo esempio, riguardo le aziende che lavorano plexiglass e la crisi attuale… vai a questa pagina della ricerca Google e scoprirai quante persone stanno cercando i servizi ed i prodotti di queste aziende in questo periodo. Un altro esempio di come la crisi economica può aprire nuove prospettive di lavoro…

 

Giordano Bruno Guerri, storico: dall’intervista al quotidiano ‘La Verità’ del 27 aprile 2020

“… ricordo che la peste del Trecento ora viene studiata per i grandi cambiamenti positivi che portò”.

 

 

Ad Majora!

 

 

 

 

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