Davvero Amazon danneggia il piccolo esercizio commerciale di quartiere? /Seconda parte

Davvero Amazon danneggia il piccolo esercizio commerciale di quartiere? /Seconda parte

Il negozio fisico ha un alleato nelle tasche di ogni consumatore: lo smartphone. Il piccolo commerciante ha la possibilità di farsi trovare dalle persone che cercano i suoi prodotti con estrema facilità, ma sa utilizzare gli strumenti necessari?

 

VAI ALLA PRIMA PARTE DEL POST

 

Proviamo a guardare questa situazione da un altro punto di vista: Amazon non ‘ruba’ i clienti alle piccole attività, ma soddisfa la domanda del mercato. Le persone vogliono ricevere alcune tipologie di acquisti a casa, non vogliono perdere il loro tempo nel traffico o in coda alle casse: le persone, al tempo stesso, vogliono impiegare il loro tempo per effettuare acquisti di determinate categorie direttamente nei negozi fisici. La domanda cambia e TUTTE le attività devono adeguarsi al cambiamento. Il vero problema è quanto veloce sia questo cambiamento.

La ‘colpa’ è del cambiamento?

Amazon e tutte le grandi piattaforme di e-commerce danneggiano una particolare categoria di imprese: quelle che sperano di affrontare il futuro con la stessa organizzazione di venti o trent’anni fa. La novità è che il mondo, negli ultimi dieci anni, ha subito cambiamenti epocali:  computer, smartphone, social media hanno rivoluzionato il modo di vivere delle persone, quindi, di conseguenza, i titolari di attività commerciali o di servizi devono fare veri e propri salti mortali per adattarsi al continuo cambiamento.

Addossare la ‘colpa’ alle piattaforme del web non serve a niente. Le persone VOGLIONO trovare quello che cercano vicino alle loro case o al loro luogo di lavoro: quando cercano un prodotto o un servizio, per prima cosa lo cercano ‘in zona’. Se nei dintorni non trovano quello che cercano, allora si rivolgono, magari, ad Amazon.

Dal punto di vista del marketing…

Nel momento in cui decidiamo di acquistare un prodotto, desideriamo averlo tra le mani subito, quindi il negozio in prossimità rappresenta quasi sempre la prima scelta: non è un caso se il primo problema delle piattaforme online è rappresentato proprio dalla rapidità con la quale si riesce a far arrivare il prodotto al cliente.

Addirittura molti studi di neuromarketing affermano che le persone sono disposte a pagare di più lo stesso prodotto pur di averlo nel minor tempo possibile. Sostanzialmente, le prime tre informazioni che le persone vogliono ricevere quando sono in procinto di effettuare un acquisto, sono:

  • disponibilità del prodotto;
  • velocità di consegna;
  • facilità di pagamento.

Si evince che il ‘problema prezzo’ non è fondamentale e, semmai, ‘arriva’ dopo i tre elementi dell’elenco. Dunque, il commercio al dettaglio del negozio fisico che ha cura della propria (corretta) presenza online non deve temere la massiccia presenza dei grandi store del web.

Negli anni sessanta in Italia si vedevano come mostri i primi supermarket e negli anni ottanta McDonald’s era visto come il brand che avrebbe ‘mangiato’ le piccole realtà street food: alcune piccole realtà sono state spazzate via dalla novità, ma altri lavoratori hanno trovato occupazione proprio presso quei supermarket e quei McDonald’s. Purtroppo è il progresso, è il consumismo: o ci si adatta, o si viene spazzati via.

La ‘colpa’ è del COVID-19?

Gli acquisti online sicuramente hanno subito un’accelerazione nel 2020 a causa del COVID-19 e dei conseguenti vari lockdown, durante i quali i piccoli negozi fisici sono stati costretti alla chiusura: gli italiani (e non solo loro, naturalmente) hanno acquistato molto dagli e-commerce e sicuramente per molte persone il fatto di fare acquisti online si trasformerà in abitudine e continueranno a fare determinati acquisti su Amazon: per i negozi fisici è tempo di rinnovamento, di fare anch’essi un balzo in avanti. Internet mette a disposizione delle attività commerciali e di servizi, dei professionisti e degli artigiani gli strumenti giusti per mettere in evidenza il proprio lavoro e farsi trovare dai potenziali clienti.

 È fondamentale rispettare un principio di marketing antico ma quanto mai attuale: le attività commerciali e di servizi DEVONO andare dove va il cliente, non dove vogliono loro.

 

Ad maiora!

VAI ALLA PRIMA PARTE DEL POST

 

 

 

 

anche tu vuoi aumentare il numero dei tuoi clienti a roma_rounded_corners

 

 

 

 

 

anche tu vuoi zero concorrenti per la tua attività - banner libro

ACQUISTA IL LIBRO SU AMAZON!

 

 

tag: amazon danneggia i negozi, amazon distrugge i negozi fisici?, commercianti contro amazon, amazon concorrenza sleale?, Amazon distrugge l’economia locale?, È di Amazon la colpa della chiusura dei negozi?

 

Please Post Your Comments & Reviews

Questo si chiuderà in 15 secondi

by SEVENPIX.IT Studio - Scrivici! - Chiamaci!