Debito buono e debito cattivo

Debito buono e debito cattivo

In queste ultime settimane si sente molto parlare di ‘debito buono’ e di ‘debito cattivo’… ma cosa significa?

Il neo-presidente del consiglio Mario Draghi, in tempi non ‘sospetti’, vale a dire in piena estate 2020, durante il 41esimo Meeting di Rimini, rivolgendosi ai giovani, si espresse con queste parole:

“Se guardiamo alle culture e alle nazioni che meglio hanno gestito l’incertezza e la necessità del cambiamento – disse Draghi – hanno tutte assegnato all’educazione il ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire il cambiamento e l’incertezza nei loro percorsi di vita, con saggezza e indipendenza di giudizio. Ma c’è anche una ragione morale che deve spingerci a questa scelta e a farlo bene: il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza” (da: www.ilgiorno.it)

Oltre a questi concetti, il presidente Draghi si pronunciò anche sul ‘tipo’ di debito che i paesi, investiti dalla pandemia e dalla conseguente e inevitabile crisi economica, dovrebbero creare, cioè ‘debito buono’, utilizzando i fondi disponibili per creare investimenti relativi al lavoro dei giovani, alle infrastrutture, alla ricerca… investire, cioè, in quei settori che portano una qualsiasi forma di ‘ricchezza’: investo 10 (debito) per ricavare 50.

Altra cosa, chiaramente, è il cosiddetto ‘debito cattivo’: lo stato si indebita e investe (il debito), ad esempio, in forme di assistenzialismo che ‘coprono’ il problema nell’immediato (parzialmente) ma non creano nessuna ricchezza a medio-lungo termine: investo 10 (debito) e non ricavo nulla.

Nel caso di ‘debito buono‘, dunque, prendiamo dei soldi in prestito (che dovremo restituire) per generare una ricchezza maggiore del debito, nel caso del ‘debito cattivo‘, i soldi che prendiamo in prestito li ‘bruciamo’ subito e non ci rimane nulla, se non pagare…

Due ottimi esempi dal sito www.laleggepertutti.it:

  • Se compri un televisore con un maxischermo da 50 o 70 pollici stai facendo un debito cattivo (anche se l’offerta è superconveniente), perché in realtà stai aumentando la tua spesa futura spendendo soldi per pagare le rate mensili (e probabilmente anche per i successivi abbonamenti alle serie Tv), ricevendo un beneficio di intrattenimento quotidiano che però non accresce la tua ricchezza nel lungo termine.

Il tuo patrimonio, in realtà, diminuisce e con quell’acquisto in “comode rate mensili” hai perduto denaro che avresti potuto impiegare in modi molto più proficui.

  • Se, invece, ti indebiti per frequentare un corso di formazione professionale o partecipare ad un master (come quelli per designer d’interni o di grafica per computer oppure per imparare le tecniche di un mestiere), accresci la tua qualificazione e, dunque, le possibilità di incrementare il tuo reddito: se il corso è ben scelto e lo frequenterai con dedizione, probabilmente quell’investimento sarà abbondantemente ripagato, quando ti consentirà di trovare un lavoro che altrimenti non avresti ottenuto.

Così nel primo caso ti impoverisci anche se ti sembra di aver ricevuto un vantaggio tangibile, nel secondo caso ti arricchisci, anche se non subito e la percezione di questo risultato non è immediata. Ma gli effetti nel lungo periodo sono prevedibili in partenza e quindi puoi stimare subito l’impatto che la tua decisione di indebitarti oggi avrà sul tuo domani.

 

 

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